Portate le vostre bambine a vedere CAPTAIN MARVEL

Certo, potresti scrivere una recensione di Captain Marvel, ma sinceramente ce ne sono a centinaia sull’internet, anche di migliori di quella che potresti scrivere tu. E poi, a undici anni dal primo Iron Man serve ancora dire qualcosa sui film che raccontano le origini di un supereroe? Non credi proprio. C’è un cattivo, c’è un trauma da superare, c’è la redenzione, c’è la vittoria finale. Ci sono le scene post credit. Ecco. Detto questo Captain Marvel poteva essere una mezza minchiata, e invece no. Non per i motivi elencati sopra, ma per un qualcosa di molto più potente.

Quelli che noi identifichiamo come Gli Americani sono veramente un popolo assurdo. Invadono e annientano intere nazioni, e poi fanno film e documentari per raccontare quanto inutili e atroci siano queste guerre. Come a dirci Vedete quanto siamo lungimiranti noi yankee? Noi ammettiamo le nostre colpe. E giù bombe. E su Oscar. Come il loro atavico senso di colpa verso lo schiavismo, che fa vincere premi a tutti i film che toccano il tema del razzismo. Basta che lo tocchino piano. E senza far troppi casini. Poi se ci metti dentro anche l’omosessualità, lo chiamiamo capolavoro. Così si arriva al 2019 e all’edizione degli Oscar più sottotono degli ultimi anni, tutto per colpa di questo politicamente corretto da estremisti.

Cosa centra questo con Captain Marvel? Centra e non centra. Lo ammetti.

Gli Americani, per tornare al discorso di prima, hanno però anche la grande capacità di toccare temi sociali, all’interno di opere di consumo di massa. Vedi i cine-comic. E non è roba da poco. Assolutamente no. Ne avevi già discusso scrivendo di Black Panther e di quanto i suoi pugni chiusi al cielo per i fratelli neri fosse un messaggio potente si, ma decontestualizzato per noi europei. Dove per noi lo straniero ha una faccia diversa, dove appunto il razzismo ha un contesto diverso. Poi arriva Captain Marvel. E quindi eccoci qui.

C’è una sequenza, verso la fine del film, che ha una potenza talmente dirompente che ti sei chiesto come mai in questi giorni non ne abbiano parlato tutti. Forse sarai tu, ma sta di fatto che per buona parte del film c’è Jude Law che fa la parte del piacione e continua a menarla a Brie Larson (aka la protagonista aka I will be Capitan Marvel) con la frase Farò di te la miglior versione di te stessa. O giù di lì insomma, il film l’hai visto cinque giorni fa ormai. Insomma la buona paternale da maschio alfa bianco. E ci sta. Poi salta fuori che il belloccio è (ma guarda un po’) anche il vero cattivo del film.

OFF TOPIC: dopo venti film Marvel non mi pare il caso di lamentarsi per gli spoiler, tanto è telefonatissima la cosa.

Si arriva così a quello che è lo scontro finale, dove l’ormai smascherato e prossimo alla sconfitta (altro spoiler) Jude Law istiga la protagonista, ormai consacrata a supereroina spaziale, a sfidarlo senza superpoteri. Di dimostrargli che lei è superiore a lui in una sfida ad armi pari. Per tutta risposta Captain Marvel lo colpisce con un raggio fotonico in pieno petto (non meravigliamoci, è pur sempre un fumetto) ed ergendosi vittoriosa sopra di lui gli dice Io non ti devo dimostrare nulla. Apoteosi. Standing ovation. 92 minuti di applausi.

Decenni di lotte sessuali, di emancipazione femminile, di parità dei sessi rinchiusi in 30 secondi. E in una frase che ha una potenza devastante. L’autodeterminazione femminile spiegata alle bambine attraverso un film con superpoteri e mostri alieni. L’ennesima dimostrazione che Gli Americani sanno essere nei loro prodotti main-stream molto più avanti della stessa società in cui vivono.

Si era tanto osannato Wonder Woman per essere stato il primo film di supereroi con protagonista una donna, ma quello era un prodotto che non aveva nulla da dire. Era Superman con le tette, nulla di più. Captain Marvel è una ragazza, è una supereroina. E spacca i culi. Mamme, zie, cugine o chiunque voi siate, portate le vostre bambine al cinema, piantatele davanti allo schermo e ditegli Quelli sono gli anni Novanta, quella è Carol Danvers, lei è il Captain Marvel. Bambina mia questo è il 2019, tu sei Captain Marvel e non devi dimostrare niente a nessun uomo. Devi solo sparare i tuoi fottuti raggi fotonici dalle mani e volare più in alto, più lontano e più veloce.

Visto che questo è comunque un blog che parla di fumetti e film dove le cose esplodono, ecco una lista di cose sparse che volevi dire su Captain Marvel:

  • Non consoci bene il personaggio di Miss/Captain Marvel, quindi la nuova genesi non ti ha disturbato più di tanto. Solo che Brie Larson non ha la faccia che tu daresti a Carol Danvers.
  • Finalmente i Kree Vs Skrull. Mancavano solo loro all’appello.
  • Ti è sempre piaciuto il costume di Captain Marvel, ma la preferisci con i capelli corti
  • La CGI in questi film di passaggio raggiunge i livelli di Sharknado a volte
  • Il ringiovanimento di Samuel L. Jackson fa paura, nel senso buono. Anche se sembra un trentenne che cammina come un ottantottenne.
  • Ci sono gli anni 90, ma non rompono troppo le palle.
  • Il film si incastra perfettamente nella cronostoria degli altri film Marvel e tira le fila del discorso. E magicamente tutto sembra avere senso.
  • LA scena post credit

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